Glossario

Supply Chain Finance

L’espressione indica l’insieme delle tecniche e dei prodotti finanziari utilizzati per supportare finanziariamente le catene di fornitura, soddisfacendo le esigenze di liquidità dei diversi partners.
Le operazioni di Supply Chain Finance possono combinare un ventaglio di obiettivi ampio e diversificato in funzione dei ruoli dei soggetti coinvolti (quantomeno Buyer, Supplier e Funder, anche se possono essere coinvolti anche attori diversi, a loro volta portatori di obiettivi specifici). Di regola gli obiettivi specifici del Buyer combinano almeno una dimensione finanziaria ed una di supporto alla filiera. La dimensione finanziaria si dispone su un asse i cui estremi sono l’allungamento dei termini di pagamento, da una parte, e investimento profittevole delle eccedenze di liquidità, dall’altro.

Il supporto che il Buyer può assicurare alla propria filiera è costituito essenzialmente dal flusso di liquidità – erogato direttamente o intermediato da istituzioni finanziarie – e di credito. Gli obiettivi del Supplier in un contesto di Supply Chain Finance sono volti essenzialmente ad ottenere la liquidità necessaria per l’esecuzione delle forniture, possibilmente con il minore impatto possibile sul proprio indebitamento. Un impatto modesto o nullo garantisce la possibilità di aumentare le vendite sul cliente senza stressare la propria struttura finanziaria.

Lato Funder, l’obiettivo è impiegare risorse finanziarie con il migliore equilibrio rischio/rendimento. I rischi sono quelli classici: rischio di credito verso le due controparti (Buyer e Supplier), rischio di diluizione (vale a dire il rischio che la transazione commerciale sottostante non sia stata interamente eseguita o, comunque, il debitore non sia tenuto a pagare il suo debito), rischio operativo derivante dalle modalità di perfezionamento dell’operazione. Nel contesto operativo del Supply Chain Finance, questi rischi si presentano, solitamente, in misura ridotta.

La crescente sensibilità verso i temi chiave della sostenibilità incide anche sull’evoluzione del supply chain finance, che sempre più spesso incorpora anche queste variabili all’interno dei propri obiettivi.

Deep Tier Financing

Mentre l’approccio tradizionale al Supply Chain Finance è focalizzato sul primo livello di fornitori di un Buyer, il Deep Tier Finance estende il proprio obiettivo di intervento sui livelli successivi. Questa estensione richiede l’utilizzo di strumenti (soprattutto contrattuali) più articolati, che tengano conto di un maggior numero di soggetti e di relazioni coinvolte. L’estensione dell’ambito di intervento a livelli multipli di fornitori e relazioni costringe a misurarsi con configurazioni di rischi più complesse, che richiedono una strutturazione contrattuale molto più articolata. Le realizzazioni pratiche di questo tipo di interventi sono ancora piuttosto limitate e si concentrano a supporto di processi produttivi e distributivi tracciabili, anche se articolati su più livelli di soggetti.

Working Capital

Il capitale circolante di un’azienda è costituito dall’insieme delle attività e passività a breve termine del suo bilancio, legate alla gestione operativa dell’azienda, con esclusione quindi di crediti e debiti finanziari. Il capitale circolante è una delle leve gestionali più importanti per l’equilibrio finanziario dell’impresa, che deve coordinare continuamente entrate e uscite correnti, rappresentate da flussi di cassa (incassi e pagamenti) e di merci (magazzino). Il bilanciamento tra componenti attive e passive del working capital è un obiettivo che spesso può essere raggiunto solo appoggiandosi all’utilizzo di linee di credito bancarie, che consentano di anticipare i pagamenti dovuti dall’impresa in attesa di ricevere il pagamento dai propri clienti, o allungando i termini di pagamento ai fornitori. Gestire il working capital significa quindi bilanciare poste attive e passive, utilizzando credito di terzi (fornitori e banche) e facendo credito a terzi (clienti). Un modo sintetico per misurare l’equilibrio nella gestione del working capital consiste nella comparazione del ciclo operativo attivo (DSO), passivo (DPO) e di quello delle scorte di magazzino (DIH). La combinazione di questi tre indici (DSO-DPO-DIH) misura il ciclo di cassa complessivo dell’azienda. Valori positivi indicano la necessità di utilizzare fonti finanziarie esterne, mentre valori negativi indicano che la gestione operativa genera una eccedenza di liquidità.

Reverse Factoring

L’espressione indica quella classe di accordi tra un Buyer e una banca o una società di factoring che hanno per obiettivo l’instaurazione di contratti di factoring tra i fornitori del Buyer e la banca, nell’ambito dei quali il fornitore cederà alla banca i propri crediti verso il Buyer. Gli accordi possono contemplare impegni di diverso tipo del Buyer verso la banca e modalità di segnalazione dei fornitori interessati a usufruire della cessione dei crediti che vantano verso il Buyer. I contratti di factoring stipulati tra fornitori e banca sono normalmente indipendenti dall’accordo di reverse factoring Buyer/banca e il Buyer resta quindi estraneo a questi contratti.

Confirming

È il mandato conferito da un Buyer a una banca di effettuare il pagamento a scadenza di un insieme di fatture passive emesse dai suoi fornitori e che sono state già verificate dai processi interni del Buyer medesimo. Prima della scadenza di pagamento, la banca propone ai fornitori la possibilità di anticipare il pagamento, scontando le relative fatture. Alla scadenza, la banca esegue i pagamenti ai fornitori, addebitando il conto del Buyer.

La banca può anche convenire con il Buyer la concessione di una ulteriore dilazione di pagamento, rispetto al termine commerciale convenuto con il fornitore.